mercoledì 14 maggio 2014


1 commento:

  1. da ORIZZONTE SCUOLA di domenica 18 maggio 2014:

    Invalsi 2014. La barca va


    I test sui livelli di apprendimento degli studenti spesso non sono ben visti dagli insegnanti, e dai loro sindacati, in nessuna parte del mondo, anche perché, soprattutto nella tradizione del mondo anglosassone, essi vengono di solito gestiti da soggetti terzi in assoluta autonomia, e costituiscono pertanto agli occhi delle famiglie (e dei decisori politici) un importante indicatore della qualità del lavoro svolto dagli insegnanti.

    Ad una funzione del genere si stava avviando anche l’Invalsi delle gestioni Cipollone-Sestito, economisti dell’istruzione di scuola Bankitalia-Ocse molto orientati alla internazionalizzazione delle metodologie di produzione e valutazione dei test e, da buoni economisti quantitativi, inclini a dialogare con il ministero dell’economia oltre che con quello dell’istruzione.

    I sindacati della scuola hanno accolto questa evoluzione del ruolo dell’Invalsi con un mix di insofferenza e indifferenza, mettendo comunque in guardia l’Istituto (ma in realtà i ministri pro tempore) rispetto a qualunque ipotesi di utilizzare i dati delle rilevazioni per operazioni di tipo premiale, o peggio punitivo, nei confronti dei docenti e dei dirigenti scolastici.

    I giochi si sono riaperti con il passaggio della presidenza Invalsi dalla leadership tecnocratica e un po’ solitaria di economisti percepiti come ‘esterni’ al mondo della scuola a quella più aperta e vicina a questo mondo della psicologa e pedagogista Anna Maria Ajello. Con la quale sarà probabilmente più facile per i sindacati avviare un dialogo.

    Intanto la tornata di prove di quest’anno si è svolta nella grande maggioranza dei casi senza opposizioni significative. Se, come sembra, sarà fatto uno sforzo per rendere i test più compatibili con le prassi didattiche legate alla attuazione delle ‘Indicazioni nazionali’ – cosa che sembra più agevole con l’attuale presidenza – si può sperare che venga evitato quel fenomeno del teaching to the test che sembra costituire l’inconveniente più grave finora emerso.

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