giovedì 12 giugno 2014

The Marshmallow Test

Fino ad ieri pomeriggio non lo sapevo, ma l'«esperimento del marshmallow» è uno dei più famosi esperimenti di psicologia comportamentale, oltre al più lungo di cui si abbia notizia, relativo al controllo cognitivo degli stimoli.
E' stato messo a punto da Walter Mischel quando insegnava all'Università di Stanford, in California, a partire dai primi anni Settanta.


Il test è molto semplice: a un bambino di 4 anni viene offerto, su un piattino, un bianchissimo ed invitantissimo marshmallow e gli si spiega che, se resta seduto su una sedia, da solo e senza mangiarlo, dopo qualche minuto di attesa potrà averne un altro.

Più di 600 bambini sono stati sottoposti a questo esperimento, di cui esiste una ricca documentazione disponibile anche su youtube. Il video che abbiamo visto ieri, in occasione dell'ultimo appuntamento di INCOMINCIO DA... 3, è da vedere e rivedere! clicca qui:



Lo studio della Stanford University non è ancora terminato: Mischel ha monitorato gran parte dei bambini del suo test originario mentre diventavano adolescenti e adulti: dalle analisi dei dati emerge che quelli capaci di esercitare un controllo sugli impulsi immediati hanno risultati scolastici migliori e, in seguito, carriere migliori o comunque più soddisfacenti. Di contro, i "golosi" hanno più probabilità di sviluppare problemi comportamentali, bassa autostima e sono spesso vissuti dagli amici e i famigliari come testardi, frustrati e invidiosi.

Lo scopo, naturalmente, non è quello di misurare la capacità di autocontrollo di individui ancora bambini, ma di spingerli, forzarli a trovare delle soluzioni ai problemi che gli si pongono davanti; in questo caso: come ottenere due marshmallow anziché uno.

Le riflessioni che abbiamo fatto ieri, però, giravano anche intorno alla necessità, per noi genitori, di insegnare ai nostri figli a rispettare il tempo, ad aspettare, a riflettere, appunto.
Stamattina io e Chiara (compagna di viaggio del primo PerCorso di INCOMINCIO DA... 3) siamo tornate a parlare del marshmellow text e alla discussione si è aggiunta un'altra amica, mamma e insegnante alla scuola primaria. Carolina ci ha detto che, da maestra, spesso invita i genitori dei suoi alunni a portarseli dietro devono recarsi in un ufficio postale o in luoghi in cui è necessario "fare la fila". E' un esercizio fondamentale, ci ha detto...
... purché, naturalmente, senza tablet...

domenica 8 giugno 2014

Festa della Scuola Fermi

Martedì 10 giugno 2014

dalle 8.30 alle 16.00

Mostre dei lavori realizzati dagli alunni,
attività e giochi,
creazione del cielo stellato della Fermi!

Vendita di bibite e torte dolci e salate
 a favore di attività per la scuola.

PARTECIPATE PARTECIPATE PARTECIPATE

PARTECIPATE PARTECIPATE PARTECIPATE

PARTECIPATE PARTECIPATE PARTECIPATE

 

venerdì 6 giugno 2014

I presuntuosi

Cos'è successo.

A seguito dell'intervento dell'assessore Pino Boero, l'Ufficio Scolastico genovese ha finalmente esternato il proprio pensiero relativamente alla nostra richiesta di revisione del provvedimento di rifiuto di 3 classi a tempo pieno per il prossimo anno scolastico.
La risposta, inviata anche all'Istituto Comprensivo Quinto Nervi, è testualmente la seguente: "presunta riduzione classi a tempo pieno". 

Detto in soldoni: non esiste alcuna riduzione di classi a tempo pieno.
O meglio, la riduzione è solo "presunta".

Vi spiego con parole mie.
D'altra parte altre parole non sono arrivate e quindi tocca accontentarsi della mia capacità di leggere tra le righe.


In poche righe viene rimarcato l'ovvio, cioè che al momento esistono solamente due interi corsi a tempo pieno, dalla prima alla quinta: la sezione A alla Da Verrazzano, completa di 5 classi, e la sezione B alla Fermi, completa di 5 classi.
Il fatto che dal settembre 2009 esista una classe C a tempo pieno  è del tutto ininfluente.
Esattamente come irrilevanti sono quei 17 o 18 bambini che desideravano frequentare la scuola di Quinto a settembre di quest'anno.
Se, per il provveditorato, una classe intera non ha alcun valore, che sia l'attuale quinta C della Fermi o la futura prima B della Da Verrazzano, allora bisogna convenire con la Pagano quando scrive che la detrazione denunciata è sedicente tale: non sono gli alunni (e le loro docenti) che contano e non è neppure il numero totale degli iscritti che conta, quei 119 che si vorrebbe stipare in 5 aule senza tener conto di null'altro, ma solo il concetto, l'idea, l'espressione, la formula testuale "corso a tempo pieno". Quei due corsi non vengono toccati e dunque è inutile far chiacchiere.
 
L'Ufficio Scolastico si tutela nei confronti di una scuola che, proprio perché è una buona scuola, potrebbe costituire un reale ostacolo all'unica e fondante esigenza di ridurre i costi. Il rischio è concreto e non va sottovalutato: se si continua così, a lavorare così, con impegno e passione, si finisce malissimo. E se, a gennaio prossimo, altri 70 bambini chiedessero di frequentare le primarie a tempo pieno di Nervi e Quinto? Un'ipotesi insostenibile! Guai! Tagli preventivi, dunque, senza pietà per nessuno.
E, comunque, quale pietà può esserci per chi neppure esiste? La quinta C della Fermi non esiste, i suoi alunni non esistono, non esistono le loro insegnanti... e quindi, le nostre rivendicazioni sono presunte, la nostra indignazione è presunta e non esiste alcun motivo al mondo per cui qualcuno, in quel benedetto Ufficio Scolastico, debba risponderci.

Io voglio ringraziare  di cuore tutti coloro che hanno dedicato serietà e cura alle nostre istanze, dalle famiglie dell'Istituto, ai cittadini che hanno aderito alla petizione, al Secolo XIX che ci ha concesso un po' di visibilità, alla giunta municipale, soprattutto, che ci ha prestato ascolto e ci ha appoggiato con determinazione, all'assessore Boero, che ha voluto ascoltare le nostre voci e comprendere a fondo la nostra situazione.
La nostra richiesta era ed è legittima e l'atteggiamento da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale è vergognoso. Non trovo altre parole.


In bocca al lupo a tutti!