mercoledì 22 gennaio 2014

Dal Secolo



Gli psicologi: “epidemia” di narcisismo tra i giovani. E «crolla l’empatia»

Genova - Mai come in questi anni è esploso il narcisismo tra giovani e giovanissimi: «una malattia grave», secondo gli psicologi perché impedisce un corretto sviluppo di sentimenti ed emozioni.
Bambini e giovani sono sempre più narcisisti e noncuranti degli altri, meno capaci di provare empatia, capire e mettersi nei panni degli altri e, quindi, di aiutarli. Secondo quanto spiegato sulla rivista Psychology Today dallo psicologo Peter Gray del Boston College, oggi fino al 70% dei ragazzi è `malato´ di narcisismo, fenomeno che sta dunque raggiungendo dimensioni epidemiche.
Il narcisismo, spiega lo psicologo, è una visione `gonfiata´ di sé, in cui gli altri diventano solo un mezzo per raggiungere i propri scopi o un ostacolo ad essi. È un disturbo con ricadute non solo sociali ma anche individuali, spiega Gray, perché impedisce di rapportarsi con gli altri e di stringere delle relazioni profonde ed emotivamente stabili.
Oggi, spiega lo psicologo, i giovani sono sempre più malati di narcisismo come dimostrano degli studi sistematici condotti negli ultimi decenni utilizzando su vari gruppi di studenti due questionari: `Narcissistic Personality Inventory (NPI)´ per misurare i livelli di narcisismo e `Interpersonal Reactivity Index´ per stimare l’empatia di una persona. Oggi circa il 70% dei giovani cui sono stati somministrati i questionari risulta avere un alto indice di narcisismo e un basso livello di empatia. Trent’anni fa questa percentuale era di gran lunga inferiore, sostiene Gray.
Il problema è dovuto, in primis, al fatto che oggi i bambini sin da piccoli sono continuamente riempiti di lodi da genitori e altri adulti di riferimento e abituati a sentirsi `speciali´, dotati di presunte qualità superiori rispetto agli altri. A ciò si aggiunge un mondo sempre più competitivo che già nei primi anni di scuola mette il bambino nell’ottica di una competizione esasperata, non solo in classe ma anche nello sport e nelle attività extrascolastiche in generale. Il bambino non vede più i suoi coetanei come potenziali amici o compagni di gioco con cui divertirsi rispettandosi reciprocamente, spiega Gray, ma come avversari da battere.

tratto da Il Secolo XIX © Riproduzione riservata

martedì 21 gennaio 2014

Novantacinque tesi sulla scuola



di ANNAMARIA TESTA.
Si occupa di creatività e comunicazione. Insegna alla Bocconi di Milano. Ha scritto La trama lucente (Rizzoli 2010). Cura il sito Nuovo e utile, teorie e pratiche della creatività.


1. I ragazzi non devono annoiarsi a scuola: chi si annoia non impara.
2. Il contrario di “annoiarsi a scuola” non è “divertirsi”. È “essere interessati”.
3. L’interesse nasce di fronte a qualcosa di nuovo e complesso ma comprensibile: una sfida difficile ma non tanto da non poter essere affrontata.
4. Qualsiasi argomento può essere reso interessante. Però bisogna lavorarci.
5. Dammi un motivo convincente per interessarmi a un argomento e proverò interesse.
6. Il motivo non può essere “altrimenti prendo un brutto voto”. I brutti voti non sono la versione incruenta delle frustate.
7. I voti (forse) misurano, ma non motivano a imparare.
8. Cioè: i voti sono una discutibile motivazione esterna. La motivazione interna è più potente.
9. I finlandesi fanno a meno dei voti fino ai 13 anni e sono bravissimi a scuola.
10. Andare a scuola per prendere bei voti è come andare a un concerto per avere un biglietto da incorniciare.
11. I test Invalsi non c’entrano coi voti individuali ma misurano l’apprendimento complessivo: sono il maxitermometro della scuola.
12. Il maxitermometro non è perfetto? Non è una ragione per buttarlo via e far finta di niente.
13. L’apprendimento è un processo complicato, fatto di percezioni, ragione, emozioni, memoria, strategie, esperienza, ambiente, autostima…
14. … per questo insegnare è molto più che “dire” o “spiegare”.
15. Il come si insegna è importante quanto il cosa si insegna. Il come fa la differenza.
16. “Insegnare” è anche insegnare a imparare: metacognizione è la parola magica.
17. “State attenti” è un’ingiunzione paradossale. Proprio come “sii spontaneo”.
18. Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco.
19. Una materia è come una città. Dammi buone mappe e aiutami a esplorarla.
20. In aula sarebbe bello sentire di più le voci dei ragazzi.
21. Esistono modi per far parlare i ragazzi senza che l’aula si trasformi nel mercato del pesce.
22. I ragazzi capiscono prima e meglio se possono fare domande o discutere un tema.
23. Leggere a voce alta non è una roba da bambinetti. Serve a percepire bene gli andamenti del testo.
24. Leggere a voce alta i propri scritti è anche il modo migliore per imparare a rileggerli cercando il senso, e a correggerli. E non è roba da bambinetti.
25. Mandare a memoria un testo che piace non è roba da bambinetti.
26. Ehi… alcune cose – dalle tabelline all’aoristo – vanno per forza mandate a memoria. Per il resto, se uno prima non capisce, non sta studiando: appiccica.
27. Se studio solo per l’interrogazione, è ovvio che dopo dimenticherò tutto, e amen.
28. Le competenze di base sono: leggere, scrivere, far di conto. Leggere vuol dire capire quel che si legge. Oggi, due italiani su tre non ce la fanno.
29. Vogliamo che i ragazzini si appassionino alla matematica? Facciamoli giocare coi numeri.
30. … quando sono più grandi: esempi, domande, discussione, sfide.
31. Invitiamo i ragazzi a leggere per loro piacere ogni giorno (qualsiasi cosa, fumetti compresi).
32. No, I Malavoglia non sono una buona esca per catturare un lettore debole.
33. Chiedere all’analisi testuale di dar conto della magia di una narrazione è come chiedere a un anatomopatologo di dar conto del sex appeal di Marylin Monroe.
34. “Apri la mente a quel ch’io ti paleso / e fermalvi entro; ché non fa scïenza, / sanza lo ritenere, avere inteso”. Questo lo dice papà Dante.
35. Scrivere o adottare libri di testo pedanti, minuziosi e astrusi è sadico.
36. Studiare su libri di testo pedanti, minuziosi e astrusi è una tortura.
37. “Non dire né troppo poco né troppo. Di’ il vero. Sii pertinente. Sii chiaro, non ambiguo, breve, ordinato.” Sono le massime di Grice. Valgono anche per i libri di testo.
38. Prima di chiederci quanto costa un libro di testo domandiamoci quanto vale, quanto serve, quanto verrà usato, capito e ricordato.
39. La Lim è un mezzo, non un fine e non sostituisce un bravo insegnante. Però aiuta.
40. I compiti a casa non valgono per recuperare quel che non ho fatto a scuola.
41. Non darmi compiti a casa se poi non controlli che io li abbia fatti.
42. Non darmi compiti a casa se prima non mi spieghi come organizzarmi.
43. … e poi me lo rispieghi. Se imparo come studiare, varrà per tutta la vita.
44. Comunque, fammi lavorare più a scuola che a casa.
45. Se lavoro poco a scuola, a casa non lavorerò per niente.
46. … e non lasciarmi tutto solo a casa con le cose più noiose da fare.
47. Permettimi, ogni tanto, di dirti che non ho studiato. Ma impegnami a recuperare.
48. Stabiliamo a ogni inizio d’anno un patto coi ragazzi, anche i più piccoli: poche regole di comportamento chiare. E scritte. E facciamole rispettare.
49. Incoraggiamo i ragazzi a essere leali e a non barare.
50. Copiare è barare.
51. … e il copia e incolla dal web non è molto meglio.
52. Guidiamo i ragazzi a esercitare il pensiero critico sulle fonti.
53. Fare l’insegnante è uno dei mestieri più frustranti, più appaganti, più complicati.
54. Un paese civile deve fare il tifo per i suoi insegnanti.
55. “Un investimento in conoscenza paga i migliori interessi”. Lo dicono Benjamin Franklin e Bankitalia.
56. Come attirare i talenti migliori verso l’insegnamento? C’è la ricetta finlandese: riconoscimento sociale ed economico.
57. Un paese civile deve pagare i suoi insegnanti.
58. … ma In Italia sono bassi gli stipendi, e non c’è progresso tra inizio e fine carriera.
59. … eppure la spesa nazionale per studente è alta: dov’è l’inghippo?
60. Il Programma non è il Vangelo. Ogni classe, ogni scuola è una storia a sé e l’autonomia è necessaria.
61. … ma funziona solo se gli obiettivi sono chiari e misurabili e se i risultati vengono valutati: è la differenza tra autonomia e anarchia.
62. L’autonomia ha bisogno di controlli reali, efficaci, frequenti, diffusi su tutto il territorio.
63. Per migliorare un intero sistema scolastico bastano dieci anni. L’ha fatto la Germania.
64. … per migliorare le performance degli studenti basta anche meno. Ci è riuscito il Giappone.
65. Se niente cambia, niente può migliorare.
66. I problemi non si risolvono applicando vecchie procedure, ma trovando nuove opzioni.
67. La scuola non è un’azienda: questo non l’autorizza a essere dispersiva e inefficace.
68. Vogliamo promuovere il merito? Cominciamo da presidi e insegnanti.
69. Molti insegnanti stanno già cambiando tutto. Valorizzarli, magari.
70. Il pedagoghese “vacuo e inconcludente” fa rivoltare il maestro Manzi nella tomba. Che lui venga a tirare i piedi a chi lo usa.
71. Il burocratese sgangherato fa piangere Santa Grammatica e imbufalire San Buonsenso.
72. Tutti gli studenti di tutte le discipline (scientifiche, umanistiche, artistiche, tecnologiche…) hanno pari dignità e meritano insegnanti competenti.
73. Formare vuol dire scovare ed esaltare le capacità di ogni singolo studente.
74. Formare è diverso da uniformare.
75. Lasciami essere curioso. Non obbligarmi a essere compiacente.
76. La scuola chiede di imparare senza errori. La creatività chiede di imparare dagli errori.
77. La scuola insegna risposte standard. La creatività fa domande diverse per trovare nuove risposte.
78. In un futuro prossimo faremo mestieri che ancora non esistono.
79. Qualsiasi cosa io faccia in futuro, dovrò continuare a imparare per tutta la vita. Non darmi nozioni che diventeranno obsolete: dammi un metodo.
80. … cioè: “Non regalarmi pesci: insegnami a pescare”.
81. La scuola non può cambiare senza il supporto delle famiglie.
82. Un buon modo per avere figli lettori è leggergli storie quando sono piccoli.
83. Un buon modo per avere figli bravi a scuola è avere molti libri in casa.
84. Sopperire alla mancanza di carta igienica a scuola non basta.
85. … e non basta chiedere la (urgentissima!) manutenzione delle scuole.
86. (Coda di paglia ministeriale: girare uno spot per l’istruzione pubblica in una scuola privata).
87. L’abbandono scolastico è un dramma: chi lascia la scuola cresce come cittadino dimezzato.
88. Noia e routine schiantano sia gli studenti migliori, sia quelli che fanno più fatica.
89. “Premiare il merito” ed “educare tutti” sono obiettivi complementari, non contrapposti.
90. Per l’interesse dei figli dobbiamo pretendere insegnanti preparati e tosti.
91. Sbagliato chiedere indulgenza. Giusto chiedere equità, rigore, competenza, passione.
92. Sì, esistono anche studenti maleducati. E sì, la responsabilità è delle famiglie.
93. La scuola è un diritto che pretende doveri: non c’è crescita senza responsabilità.
94. La scuola è una faccenda che interessa tutti noi. Ma tanto, ma tanto, ma tanto.
95. Non vado a scuola per un pezzo di carta, ma un pezzo di futuro.

articolo preso da Internazionale.it
ogni link in blu rimanda ad un approfondimento 

sabato 18 gennaio 2014

Verbale (non ufficiale) del 9° Consiglio d'Istituto



IX verbale non ufficiale del C.d.I. - 20/12/13

Presenti (16 su 19):

rappr. genitori: Ageno (via Somma), Berardi (Durazzo), Botto (Durazzo), Calza (da Verrazzano), Carbone (Gianelli), Carelli (da Verrazzano), Ruggieri (Manfredi)
rappr. docenti: Balduzzi (Durazzo), Costa (Fermi), Di Donna (Manfredi), Mezzasalma (Durazzo), Picasso (da Verrazzano), Roberto (da Verrazzano)
rappr. segreteria: D’Antone, Gorni
dirigente: De Filippis

 

1.   Contratto assicurazione alunni
Il contratto per l'Assicurazione degli alunni e del personale scolastico, stipulato a dicembre 2012 con la Benacquista S.N.C. di Latina, viene riconfermato, per l'anno solare 2014, con la medesima compagnia. 
2.   Piano visite guidate a.s. 2013/14
Il C.d.I. all'unanimità approva l'intero piano delle uscite didattiche deliberato dal Collegio Docenti per i tre ordini di scuola. Naturalmente, ogni uscita o gita verrà autorizzata dal DS purché provvista di un "adeguato piano di sostituzione docenti che non penalizzi gli alunni che non effettuano uscite"; in parole povere, l'autorizzazione non viene data all'intero prospetto, ma di volta in volta e sempre in base al rispetto della suddetta clausola.
3. Attività da retribuire con il Fondo dell'Istituzione Scolastica
Il Consiglio d'Istituto approva la proposta, per altro già deliberata dal Collegio Docenti Unitario del 29 ottobre 2013, di utilizzare il cosiddetto FIS per sostenere le spese del personale docente (collaboratori del DS, fiduciari e vice, coordinatori di classe, commissioni interne al Collegio Docenti, attività aggiuntive di insegnamento, ecc.), e del personale A.T.A. (sia amministrativo che ausiliario). A quest'ultimo proposito, dato l'impegno attuale dei collaboratori scolastici in attività di piccola manutenzione e negli straordinari legati agli interventi di risistemazione di alcuni plessi, in collaborazione anche con i genitori degli studenti dell'Istituto, il Comitato Genitori ha rinnovato la propria disponibilità a coadiuvare, ove possibile, il lavoro del personale scolastico sfruttando le competenze tecniche specifiche e la buona volontà finora dimostrata da moltissimi genitori.
4. Concessione locali scolastici
Dato che la Scuola da alcuni anni concede alcuni spazi ad uso temporaneo non scolastico, la dottoressa De Filippis ha proposto al Consiglio d'Istituto di modificare il Regolamento inserendo un nuovo articolo che disciplini, appunto, le modalità di queste "concessioni" in obbedienza alle normative vigenti a livello comunale e provinciale. La proposta del Dirigente Scolastico è stata approvata e il testo del nuovo articolo corretto da alcuni refusi.
L'insegnante Di Donna, in rappresentanza delle insegnanti e dei genitori che, grazie alla disponibilità e generosità della Maestra Roberta Paraninfo, hanno costituito il famoso "coro", ha chiesto in che modo poter nuovamente usufruire della casetta della musica della scuola Da Verrazzano per le prove serali. In effetti, a partire da quest'anno scolastico, non è più stato possibile concedere quello spazio dato che il progetto "coro in classe" (di cui il "coro delle maestre" era parte integrante) non è stato realizzato. Il C.d.I. ha invitato l'insegnante referente a costituire in associazione il "coro delle maestre", impegnando così la scuola a concedere l'utilizzo della casetta della musica tramite un'apposita convenzione, analoga a quella stipulata e annualmente rinnovata con l'associazione "Donne Insieme" di Quinto. Il Presidente ha voluto sottolineare l'importanza di questa iniziativa, che l'Istituto ha tutto l'interesse a non vedere scomparire. La signora Ageno ha offerto, laddove se ne verificasse la necessità, la propria disponibilità per un consulto professionale.
5. Variazioni al Programma Annuale 2013
Le variazioni sono già state predisposte dal Dirigente Scolastico (atti dovuti legati all'arrivo di nuove tranches di finanziamenti statali o privati vincolati). 

venerdì 17 gennaio 2014

Tutti a scuola! E' d'obbligo...



Ehilà, bella gente!

Chi deve iscrivere il proprio marmocchio o la propria principessina alla prima classe della scuola primaria è invitato ad un incontro di presentazione che si terrà presso la scuola Fermi di Nervi

 martedì 28 gennaio 2014

La Dirigente Scolastica incontrerà i genitori interessati alle classi a tempo cosiddetto normale dalle ore 15.00 alle ore 16.00, e, dalle ore 17.00 alle ore 18.00, i genitori interessati alle iscrizioni al tempo pieno.

Partecipate! Partecipate! Partecipate!