Fino ad ieri pomeriggio non lo sapevo, ma l'«esperimento del marshmallow»
è uno dei più famosi esperimenti di psicologia comportamentale, oltre al
più lungo di cui si abbia notizia, relativo al controllo cognitivo degli stimoli.
E' stato messo a punto da Walter Mischel quando insegnava all'Università di Stanford, in California, a partire dai primi anni Settanta.
Il test è molto semplice: a un bambino di 4 anni viene offerto, su un piattino, un bianchissimo ed invitantissimo marshmallow e gli si spiega che, se resta seduto su una sedia, da solo e senza mangiarlo, dopo qualche minuto di attesa potrà averne un altro.
Più di 600 bambini sono stati sottoposti a questo esperimento, di cui esiste una ricca documentazione disponibile anche su youtube. Il video che abbiamo visto ieri, in occasione dell'ultimo appuntamento di INCOMINCIO DA... 3, è da vedere e rivedere! clicca qui:
Lo studio della Stanford University non è ancora terminato: Mischel ha monitorato gran parte dei bambini del suo test originario mentre diventavano adolescenti e adulti: dalle
analisi dei dati emerge che quelli capaci di esercitare un controllo sugli impulsi immediati hanno risultati
scolastici migliori e, in seguito, carriere migliori o comunque più soddisfacenti. Di contro, i "golosi" hanno più probabilità di sviluppare problemi
comportamentali, bassa autostima e sono spesso vissuti dagli
amici e i famigliari come testardi, frustrati e invidiosi.
Lo scopo, naturalmente, non è quello di misurare la capacità di autocontrollo di individui ancora bambini, ma di spingerli, forzarli a trovare delle soluzioni ai problemi che gli si pongono davanti; in questo caso: come ottenere due marshmallow anziché uno.
Le riflessioni che abbiamo fatto ieri, però, giravano anche intorno alla necessità, per noi genitori, di insegnare ai nostri figli a rispettare il tempo, ad aspettare, a riflettere, appunto.
Stamattina io e Chiara (compagna di viaggio del primo PerCorso di INCOMINCIO DA... 3) siamo tornate a parlare del marshmellow text e alla discussione si è aggiunta un'altra amica, mamma e insegnante alla scuola primaria. Carolina ci ha detto che, da maestra, spesso invita i genitori dei suoi alunni a portarseli dietro devono recarsi in un ufficio postale o in luoghi in cui è necessario "fare la fila". E' un esercizio fondamentale, ci ha detto...
... purché, naturalmente, senza tablet...
Nessun commento:
Posta un commento