mercoledì 30 novembre 2016

Buone pratiche di civismo

Sabato scorso abbiamo sferrato l'attacco alla sporcizia di Piazza Duca degli Abruzzi!
In 4 ore di lavoro intenso sono stati riempiti più di 40 sacchi di spazzatura varia e foglie secche, che l'AMIU ha poi provveduto a ritirare durante il fine settimana.


Buona parte delle aiuole della piazza di Nervi sono quasi irriconoscibili, adesso, ma naturalmente c'è ancora molta strada da fare. O meglio: c'è ancora molto da ripulire!

Nel corso della mattinata si sono avvicendate ai rastrelli e alle scope quasi una decina di famiglie e, nonostante la presenza dei banchi del mercato e il continuo passaggio di persone impegnate negli acquisti, il lavoro si è svolto senza intoppi e in allegria.
Anzi, forse proprio quel viavai ininterrotto di "spettatori" è servito a a far capire ai più piccoli quanto sia facile e decisamente più gratificante smettere di lamentarsi e rimboccarsi le maniche.
E' un po' come la cucchiaiata di zucchero di Mary Poppins, in fondo:

🎶  in tutto ciò che devi far

il lato bello puoi trovar
lo troverai e... hop! il gioco vien
ed ogni compito divien
più semplice e seren
dovrai capir
che il trucco è tutto qui  🎶

Alcuni osservatori hanno voluto osservare, appunto, che piuttosto di far lavorare gratis i bambini per il benessere di tutti sarebbe più opportuno far lavorare i tanti immigrati che sono presenti in Italia.
Uff.
Questi discorsi sono più pesanti da sopportare dei sacchi della rumenta.
Ho provato a ribattere, tra una rastrellata e l'altra, che i bambini erano lì con i propri genitori, i quali sono responsabili della loro salute e della loro educazione e che pertanto sono in grado, se non in dovere, di prendere delle decisioni al loro posto, senza necessariamente consultarli o ottenere la loro approvazione... insomma: non è proprio proprio la stessa cosa!
E comunque non ce n'era bisogno perché verso le 10 è arrivato il sorridentissimo Kester Johnson, 30 anni, nigeriano, a Genova da un anno, un volto noto sotto i portici di via Oberdan. Kester si era fatto già assicurare fornendo i propri dati a Chiara e, armato di rastrello, ha dato subito l'assalto all'aiuola centrale.

Ci vediamo sabato, allora.
Portatevi i guanti, mi raccomando, e una bustina di zucchero (per il caffè, ovviamente 😏).

mercoledì 23 novembre 2016

Mamma è uscita dal gruppo

Dovrebbero essere uno spazio utile, ma i gruppi WhatsApp dei genitori sono diventati il male assoluto. La confessione di chi vorrebbe farne a meno, ma non può.


Di Arianna Giorgia Bonazzi, preso da QUI
Nonostante mi fossi ripromessa di non cedere alla lusinga di dare il mio numero all’amministratrice del gruppo della classe IC, un giorno, senza essere interpellata, mi sono ritrovata iscritta al gruppo e, divorata dalla stessa curiosità che fa vendere i magazine di gossip (o, a seconda dei gusti, leggere Émile Zola) non ho più saputo uscirne. Avevo già avuto delle pessime esperienze col gruppo degli Orsetti, quando il mio idolo era diventata una mamma che aveva abbandonato brutalmente il gruppo senza voltarsi indietro. Avevo fatto parte anche del gruppo del coro, che la direttrice del coro stesso – più volitiva di tanti presidi – era riuscita a far chiudere, perché con i suoi contenuti demenziali rovinava l’immagine dell’istituzione (lei ha argomentato con più tatto, ma io l’ho amata lo stesso).
La mia giustificazione morale per sguazzare nella deprimente commedia umana digitale della IC era che non potevo rovinare la reputazione di mio figlio facendo la snob; l’altra era che stando nel gruppo potevo impedirgli di frequentare i figli delle peggiori spammer. Al di là dei nervosi che mi prendevo leggendo gli scambi ombelicali, e le risposte che mi mordevo le dita per non scrivere, la prima cosa allarmante che ho realizzato è che l’invadenza della mamma digitale annullava i tentativi di responsabilizzazione dei bambini da parte delle insegnanti: la maestra di IC non utilizzava un orario scritto per vedere se i bambini si sapevano orientare tra i giorni della settimana; e dava dei compitini a voce (come raccogliere le foglie cadute) per mettere alla prova la loro memoria. Stava funzionando, sennonché ecco le mitragliate di: «ma anke a voi risulta sto fatto delle foglie???», «oddio!! non ne so niente: verifico con la maestra domani all’uscita», «michi dice che devono portare delle foglie rosse», «riky dice anche gialle e marroni», «aiuto!! nel nostro palazzo non ci sono alberi!».
Una volta prendevamo in giro la mamma del sud, sempre in ansia che il paniere di Peppino fosse colmo e il cappotto abbottonato fino in alto. Ma il potere del controllo digitale sui bambini ha trasformato tutte le mamme italiane nelle chiocce più deleterie. La domanda cruciale non è se le foglie devono essere seghettate o meno, ma: quando andranno all’università, le mamme di questi moderni droni telecomandati, a chi scriveranno per sapere se i loro figli hanno chiuso il gas e se si sono iscritti alla sessione d’esame?

Accanto al dramma vero della deresponsabilizzazione dei figli, c’è il dato oggettivo della sconfinata vanità dei genitori (che dilaga a social unificati), sommato alla mancanza di sensibilità nel selezionare i contenuti condivisibili con la comunità. Di recente, sempre sul solito gruppo, ho scoperto una nuova perversione. Alcune mamme allegano ripetutamente immagini dei loro figli vestiti da Vogue bambini e colti in attività fantasmagoriche e poi scrivono «ho sbagliato chat». Una volta, due, tre. Poi qualcuno ci casca e commenta: «Belli, che fanno?» ed ecco che in un millisecondo la mitomane risponde «campane tibetane al lume di lampade di sale dell’Himalaya!» e tutti a digitare degli wow o emoji di applausi. Ma per piacere. Un’altra esaltata ha la tendenza a inviare messaggi non richiesti in cui racconta, con una scusa, i successi del figlio a scuola. Mi viene da scrivere (ma mi freno): “Scusa hai sbagliato gruppo anche tu? Era per i nonni, spero”.
Seguono infiniti accordi per scambiare lo sticker numero 1000 con lo sticker dell’ultimo Avenger, per completare finalmente la sesta collezione di Marcolino. Ma manco questo, vogliamo far fare ai nostri piccoli droni iscritti alla primaria? Manco tirare fuori la collezione all’intervallo e scambiare i doppioni senza la supervisione materna? Ma anche se sbaglia a fare lo scambio, o se si presenta senza le scarpe da palestra o le fottute foglie, non sarà meglio per lui, che la prossima volta ricorderà la lezione, imparando?
Un altro filone è quello degli allarmismi. “Stamattina passavo PER CASO [stalker!] davanti a scuola durante la ricreazione e mio figlio mi ha raccontato che Tizia [nella fattispecie mia figlia] è caduta e si è spaccata i denti. Ma non quelli da latte! I definitivi!” [io non ho perso la calma: sapevo che le dondolava un incisivo, e che le chat sono amplificatori di catastrofi: alla fine, le era solo caduto il dentino durante il pasto.] Non manca mai il giallo della mamma professoressa di liceo, la quale però 1) porta il figlio a scuola quando la scuola è chiusa; 2) non capisce la consegna di un compito sulle vocali; 3) si dimentica di firmare l’autorizzazione per la gita e, quando il figlio le riferisce le consegne della maestra, scrive su WhatsApp: 4) «Michi ha detto che bisognava sentire se l’acqua è ruvida o liscia». Ma dico, vai a fare una tac a Michi, non perdere tempo a scrivere nel gruppo della IC!
Un’amica che dissentiva con me mi ha detto una cosa molto intelligente. Le avevo parlato di un papà che quando si esagera viene fuori dal suo guscio e invoca la serietà nel gruppo. Ma secondo lei non si può fare così: proprio perché il gruppo WhatsApp è, come la vita, un consesso di umani, e non si può andare a insegnare l’educazione alle persone, a dire loro in faccia “senti, ma perché mi racconti questa cosa che non mi interessa?”, oppure “ma davvero sei così stupido da non saper fare un’operazione in colonna?”.
Parlare di frivolezze dal vivo, lamentarsi dei compiti al bar, ha una giustificazione: in chat, no
In un primo momento ho pensato che avesse ragione. Che il problema delle chat potesse essere solo un problema di scarsa empatia: persone che dal vivo parlano troppo e troppo leggermente tendono a passare il segno anche nelle conversazioni virtuali. Ma poi ho pensato che non è così. Parlare di frivolezze dal vivo ha una giustificazione: vince la timidezza, rompe il silenzio, intrattiene senza dover entrare troppo nel profondo. Insomma, se al bar si può dire “però, quanti compiti!”, in chat non si può. Se fuori dalla piscina si può confidare “che emozione vederlo fare la paginetta di A!”, non si può prendere in mano il telefono e digitare una frase simile a venti persone. E poi, dal vivo è sempre possibile schivare la logorroica di turno, mentre in chat non c’è modo di porre un limite fisico alla valanga di stronzate che un estraneo può riferirti contro la tua volontà. E no: non basta silenziare il gruppo per ritrovare la calma.
Il cuore della questione, a mio avviso, è una mancata educazione digitale. Per le situazioni reali, si chiama educazione e basta, e la insegnano le maestre che noi cerchiamo di diffamare sui gruppi WhatsApp… Ma per le aggregazioni umane virtuali, beh: a noi, chi l’ha insegnata? Chi ci ha fornito un’etichetta condivisa su come ci si deve comportare in un’assemblea formale virtuale? Alcune insegnanti in gamba, oggi, creano dei social network chiusi ai propri alunni perché postino contenuti durante le vacanze: lo scopo del progetto è insegnare ai bambini cosa è il caso di condividere e se e come è il caso di commentare. Un corso così, rivolto ai genitori, servirebbe ai nostri figli quanto le manovre anti-soffocamento.
E se la libertà dei nostri figli di crescere e sbagliare, di raccontarci o omettere, non ci basta, immaginiamo venti scenari di vita quotidiana interrotti dal cicalino del messaggio: “Ma i quadretti da mezzo centimetro sono questi?”. Immaginiamo venti persone colte in qualsiasi umana attività che non sia guardare gattini e che debbano interrompersi per leggere una tautologia, una domanda demenziale, la foto di un bambino sconosciuto, o una comunicazione che si potrebbe svolgere tranquillamente in privato, e pentiamoci per tutta la prepotenza con cui abbiamo invaso il tempo degli altri.
Un gruppo virtuale di genitori dovrebbe essere uno spazio istituzionale e civile, dove scambiare informazioni preziose, oggettive e utili a tutti, mentre noi lo facciamo sembrare uno Speakers’ Corner per malati di mente, dove la malattia mentale specifica è quell’apprensione patologica per i nostri figli che caratterizza i genitori della nostra generazione. Sono grata alle mamme della classe dell’altro figlio, che utilizzano ancora la “vecchia” mail per le uniche comunicazioni “vere”: cioè pidocchi, consegna pagelle, raccolte soldi. Sono così grata che quando le incontro per strada non nego mai loro il tempo di un caffè. Durante il quale, senza alcuna violenza, possono perfino intenerirmi con le foto della comunione del terzogenito. Purché non vogliano rubarmi una emoji.
Immagini Getty Images; lo screenshot, naturalmente fittizio, è di Mauro Munafò

venerdì 18 novembre 2016

TAGS


Domani pomeriggio alle 15, presso il Castello di Nervi in Passeggiata Anita Garibaldi, apre i battenti Emozioni di writers - TAGS, un'esposizione di "graffiti su carta" a cura delle ragazze e dei ragazzi dell'Istituto Comprensivo Quinto Nervi di Genova.

grafica di Chiara Capini

L'iniziativa ha il patrocinio del Municipio Levante di Genova e della sezione Nervi Sant'Ilario dell'ANPI, con il contributo del Comitato Genitori dell'Istituto Comprensivo.
Un'esposizione inedita e insolita di un lavoro importante e ricco di fascino, che non può essere limitato alle pareti (è proprio il caso di dirlo...) delle aule scolastiche, ma che in vario modo si proietta all'esterno e si rende visibile.

Un suggerimento anche per noi genitori di nuovo alle prese con l'adolescenza, ad avvicinarci per un'altra via alle emozioni dei nostri figli.

sabato 12 novembre 2016

Porta un piccolo elettrodomestico e fai vincere la classe!


RAEE = Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, cioè rifiuti che contengono sostanze tossiche o comunque non biodegradabili destinati ad un trattamento speciale di raccolta e recupero.
Non li puoi buttare nella rumenta con nochalance, insomma.

L'AMIU ne ha pensata una delle sue, però: da lunedì 14 a mercoledì 16 novembre, nei pressi dei Magazzini del Cotone (dove, tra l'altro, si svolgerà l'edizione 2016 del Salone ORIENTAMENTI di Genova), si aggirerà un furgoncino EcoRAEE, cioè un furgoncino dedicato proprio alla raccolta di quei piccoli elettrodomestici che funzionano... anzi: non funzionano più con le pile o la corrente elettrica.
Insomma, a farla breve: basta consegnare un elettrodomestico non funzionante, compilare un coupon con i propri dati e quelli della scuola frequentata e partecipare al concorso che vede in palio 3 buoni Feltrinelli da 1.000, 800 e 700€ per arricchire la propria scuola di libri e dispositivi multimediali.
Più si partecipa, più aumenta la possibilità di vincere.
Facilissimo.

L’estrazione si terrà mercoledì 16 novembre ore 18 presso lo spazio Amiu del Foyer Maestrale.

mercoledì 9 novembre 2016

Famiglie 2.0 - Le app di cui un genitore non può fare a meno

A grande richiesta, anche a levante (finalmente!) l'incontro sulle app che ci permettono di seguire la vita dei nostri figli tra controllo e sicurezza.

Appuntamento a lunedì prossimo 14 novembre, dalle 17.00 alle 19.00, presso la Scuola di Piazza Duca degli Abruzzi 6.



Verbale (non ufficiale) del 1° C.d.I. a.s. 2016/2017

Giovedì, 27 ottobre 2016

Presenze dei consiglieri (19 su 19).
  • rappr. genitori: Calza, Capini, Carbone, Carelli, Del Portillo, Ornellas, Ruggieri, Stendardo
  • rappr. docenti Balduzzi, Cicciarelli, De Vito, Di Donna, Mezzasalma, Petraglia, Roberto, Semino
  • rappr. segreteria: Gorni, Mallamo
  • dirigente: Angiolani

Monica Del Portillo, prima dei non eletti per la componente genitori in occasione del rinnovo del Consiglio d’Istituto, subentra ad Anna Dentoni.
Mariacristina Ruggieri chiede di integrare l’ordine del giorno per valutare la concessione della «casetta della musica» di via Gianelli per un corso di primo soccorso e uso del defibrillatore automatico. La richiesta è accettata e il punto 6 viene così modificato: Concessione palestre e locali scolastici.

1. Lettura e approvazione verbale seduta precedente
Letto e approvato all'unanimità.

2. Nomina Commissione Mensa
Per il rinnovo della Commissione Mensa dell’anno scolastico in corso, il Consiglio prende in esame tutte le richieste di candidatura pervenute alla segreteria scolastica e, con 2 voti contrari e 2 astenuti, decide di accettare sia quelle pervenute entro i termini prefissati sia, in via eccezionale, quelle pervenute oltre i termini prefissati per la presentazione delle domande.
In seguito a breve disanima delle candidature valide, viene deliberato quanto segue:
per la scuola d’infanzia via Somma: La Rocca Maria Paola, Minucci Mauro, Musante Anna;
per la scuola primaria Manfredi: Calogero Sabina, Lepratti Veronika, Ratto Francesca (Crupi Romina e Morelli Claudia come sostitute)
per la scuola primaria Da Verrazzano: Serain Walter, Vano Alessandra;
per la scuola primaria Gianelli: De Canio Letizia, Gennaro Federica;
per la scuola primaria Fermi: Capini Chiara Angela, Carbone Monica, Sciaccaluga Sara;
per la scuola secondaria Durazzo: Balduzzi Raffaella e Turra Daniela (docente)
La Commissione è integrata da Isola Marina, Mancini Barbara e Polleri Annita (Comitato Genitori d'Istituto).

3. Calendario scolastico
Il calendario scolastico segue le indicazioni contenute nel calendario scolastico della Regione Liguria.
Per le sole classi a tempo normale della scuola Durazzo sono previsti due giorni di recupero: sabato 14 gennaio (con orario del lunedì) e sabato 6 maggio (con orario del venerdì). 

4. Chiusura prefestivi
Il Consiglio delibera all’unanimità, su proposta del Dirigente Scolastico, la chiusura dei locali dell’Istituto nei giorni di lunedì 31 ottobre 2016, venerdì 23 dicembre 2016, giovedì 5 gennaio 2017, lunedì 24 aprile 2017, lunedì 14 agosto 2017.

5. Regolamento parcheggi
Il Dirigente informa i presenti della necessità di ripristinare la segnaletica orizzontale nel cortile della sede dell’Istituto e di definire un testo di regolamentazione per l’uso dei posti disponibili.
Ruggieri si incarica di verificare se sia ancora presente la vernice per asfalto concessa nel 2015 dall’Ufficio Tecnico del Municipio.
Viene stabilito di individuare un posto auto da destinare all’autovettura del Dirigente in modo da rendere più rapidi gli spostamenti dalla sede dell’Istituto a quella dell’Istituto Marsano, di cui il dottor Angiolani ha assunto per quest’anno scolastico la reggenza.

6. Concessione palestre e locali scolastici
Il Dirigente informa il Consiglio che l’Associazione Sportiva Dilettantesca Ardita Savate Defense Boxing Club di Genova sta utilizzando, in accordo con il Municipio Levante, la palestra della scuola media Durazzo con annessi spogliatoi. Questo perché i lavori allo stabile di via Casotti impediscono l’utilizzo della cosiddetta palestrina di via Serra Gropallo. La Società ha ripristinato gli spogliatoi della palestra scolastica e ha apportato delle migliorie importanti anche nei bagni annessi, totalmente a proprie spese.
Carelli e Ruggieri presentano la richiesta del Comitato Genitori di organizzare un corso di primo soccorso per adulti a partire dal prossimo anno. Referenti del progetto Sylvia Cama e Monica Musso, quest’ultima istruttrice qualificata BSLD. Il corso, a pagamento, potrebbe svolgersi in orari e date da definire all’interno della Casetta della musica della scuola Da Verrazzano. Il Consiglio approva.

7. Aggiornamento PTOF
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa per gli anni 2016/2019 viene integrato con gli aggiornamenti approvati dal Collegio Docenti il 20 ottobre 2016. Rispetto al documento originario vengono apportate alcune modifiche: inserimento dell’associazione Canoa Club Nervi tra i collaboratori dell’Istituto, indicazione del progetto “Dislessia Amica” per l’inclusione di studenti con DSA, collaborazione con alcuni dipartimenti dell’Università di Genova (DISTAV e DISFOR). I progetti curricolari ed extracurricolari sono aggiornati così come i corsi di formazione per il personale docente.
Petraglia suggerisce un’ulteriore precisazione e quindi il Consiglio approva il PTOF all’unanimità.

8. Variazioni al Programma Annuale 2016
Vengono comunicate e illustrate ai consiglieri le seguenti variazioni al bilancio 2016: un accredito MIUR di €. 8.767,00 per le spese di funzionamento settembre/dicembre 2016 uno di €10.843,00 da parte delle società sportive e culturali con cui la Scuola ha stretto dei patti nel corso del precedente anno scolastico. Di contro, le previsioni (di per sé molto contenute) delle entrate da parte delle famiglie dell’infanzia come contributo volontario non sono state confermate dagli effettivi versamenti e quindi viene radiato dal Programma Annuale 2016 la cifra di €305,00.

9 e 10. Comunicazione del Dirigente e del Presidente del Consiglio d'Istituto
Ruggieri comunica l’intenzione di replicare a Levante l’incontro che si è svolto presso la sede di Social Hub Genova il 20 ottobre u.s., «Le App di cui un genitore NON può fare a meno». Le relatrici, tra cui Chiara Capini, sono disponibili ad organizzarlo gratuitamente entro il 14 novembre. Si chiede l’utilizzo di una o più aule della scuola di Piazza Duca degli Abruzzi, la disponibilità di un videoproiettore o di una LIM, casse e microfoni. Referenti del progetto per il Comitato Genitori: Emanuela Segala, Benedetta Soraci Pucci, Ilaria Villa.
Terminati gli argomenti all’ordine del giorno, la seduta è sciolta.

lunedì 7 novembre 2016