Sono intervenuti molti genitori e molte rappresentanti dei diversi plessi scolastici: alcuni visi conosciuti e molte facce nuove. Un buon segno: è evidente la voglia e il desiderio di fare qualcosa, di capire come agire e in quale direzione andare e, magari, anche di guardare in faccia chi da mesi ci (vi) tartassa di messaggi più o meno provocatori.
Certo, l'assemblea è anche diventata uno sfogatoio di malumori e malesseri, di mugugni e inutili, diciamocelo, rigiri di parole sterili, dovuti forse più alla situazione generale in cui versa la scuola e, ridiciamocelo, il Paese, che a singoli episodi scolastici o para-scolastici provocati da incomprensioni, insoddisfazioni, ansie da cambiamento...
Insomma, va detto che siamo ancora in una fase di rodaggio, una situazione alla D'Azeglio, del tipo: «Fatta l’Italia, facciamo gli Italiani!». Possiamo dire che la partenza è stata buona, che molto è stato fatto, e che adesso occorre sforzarsi di cogliere la visione d'insieme di questo nuovo riunito complesso scolastico.
Per ottenere tale risultato, va innanzitutto completata la comunicazione tra tutti i rappresentanti, e poi bisogna concepire in modo più razionale ed equilibrato gli interventi analoghi. Cogliere le esperienze valide dei singoli plessi, dedurne un'unica metodologia operativa per esportarne poi l’esempio e ridurre gli sprechi di energia.
La genitorialità attiva declamata sul blog è anche sentire che la collaborazione è di tutti, non del singolo, cogliere anche il buono di questo scambio di idee, della fatica che si fa per metterle in pratica, della soddisfazione che ne viene.
La scuola del fare è la scuola che parla senza bisogno di parole.
La cosa cui dare la precedenza è l'analisi dei bisogni della nostra collettività.
Ne abbiamo già parlato e, in soldoni, si tratta di questo: ogni plesso scolastico, attraverso i propri rappresentanti, dovrebbe estrapolare le differenti problematiche/necessità/
Saluti di cuore
Teresa e Mariacristina
Nessun commento:
Posta un commento