giovedì 31 maggio 2018

GRIDA LANCINANTI!


Con "Timiotera - le cose più importanti" (http://www.timiotera.it/) abbiamo organizzato un incontro con lo psicologo Matteo Lancini. Si è discusso di adolescenza e genitori "autorevoli", nella crisi del nostro tempo, nel ginepraio delle nuove tecnologie. Una sala straripante di genitori. La missione di Timiotera è discutere a voce, la più alta delle risposte alle innumerevoli domande. Lancini preparatissimo, abile affabulatore, dotato di tempi comici perfetti. Sperando di fare cosa utile a qualcuno, sotto le foto aggiungo la trascrizione di miei appunti sparsi… Sui libri di Lancini si trova tutto, meglio organizzato.

W le comunità in cammino.

De Pres,
Lorenzo Calza







Internet non è solo uno strumento, non è solo un mezzo. E neppure solo un ambiente. Internet ha cambiato l’ambiente circostante e ne è stato a sua volta influenzato.

La famiglia è passata da normativa, incentrata sulla figura del padre-padrone, ad affettiva. Prima era in voga il “devi obbedire”, “prima il dovere e poi il piacere”, la punizione era basata sull’inoculare quote di dolore. 

Dal padre simbolico si è passati alla MADRE VIRTUALE. Al bambino, appena nato, si dice: “Benvenuto in questa equipe che è la famiglia”. La madre reale è più lontana - per il lavoro, gli impegni - ma vuole essere sempre presente. Anche se distanti, i figli non devono essere mai soli. Il telefonino VIRTUALIZZA LA MADRE, che organizza ogni anfratto di tempo e spazio della vita del figlio. Intorno, esecutori, tutti burattini al soldo della madre virtuale.
Mai soli, è lo slogan, all’insegna della socializzazione forzata del bimbo. Del bimbo bisogna promuovere l’intenzionalità espressiva, cercare di valorizzare ogni suo presunto talento.

La società del narcisismo si crea con la prima ecografia morfologica. I genitori, invasati, dicono al piccolo in pancia: “Girati, sono qui!"

È cambiata la percezione del mondo esterno. PARANOICIZZAZIONE DEL MONDO ESTERNO (mito affettivo), che è vissuto come pericolo.

Chiusi i cortili, VIETATO IL GIOCO DEL PALLONE, si è chiusa l’area di mentalizzazione del corpo: sbucciarsi le ginocchia, allenare la gestione del corpo. La battaglia, la mentalizzazione, ora è nei social.

Dal modello di identificazione unico, o incentrato su poche figure chiave, ora si è passati a MOLTEPLICI LIVELLI DI IDENTIFICAZIONE. Davanti alla complessità si cerca subito di "dare la colpa”, scaricandosela a vicenda. Colpa della scuola, colpa dei genitori. La colpa, in verità, è di Peppa Pig: una maialina antropomorfa che maltratta il padre e lo abbandona sovente.

La potenza del “baby marketing”.

Internet ha fatto cadere il confine tra privato e pubblico, in un processo di pornografizzazione della società. Basti pensare alla "pornografia del dolore”, gli applausi ai funerali.

Non sopravvalutare il ruolo degli haters. Se io sono sempre estroflesso, esposto, nelle mie manifestazioni, logico che incappo nelle controindicazioni del caso. È importante il SETTING di quel che si fa. Una conferenza de visu, non vale come la sua trasmissione su YouTube.

L’emergenza nazionale è che abbiamo dapprima ADULTIZZATO L’INFANZIA, per poi arrivare a un’INFANTILIZZAZIONE DELLA ADOLESCENZA. Abbiamo iper-stimolato l’infanzia, portando a un’anticipazione della pubertà psichica, per poi perderci nel momento clou. Arrivati alla scuola superiore, diciamo al ragazzo, “No, stavamo scherzando”. Ora ti chiudi in camera a studiare.

I ragazzi odierni non contestano. L’adolescente rimane deluso dal voltafaccia dell’adulto. Una volta si cresceva per opposizione, ci si emancipava così, ora si cresce per delusione. Lo spinello stesso, da “canna di fucile puntata contro il padre” si è trasformato in anestetico, antinoia.

Non più un conflitto tra IO e Super-IO, ma si cresce per delusione.

Nell’adolescente non agisce più tanto il "corpo erotico”, quanto il corpo narcisistico. Non ti senti mai sufficientemente popolare e bello. Il tema preponderante è più quello della vergogna che quello della colpa.

Il bullo attacca nell’altro quel che non accetta di sé.

EDUCARLI AL FALLIMENTO, la sfida odierna. Non basta pensare a riprendere il controllo, non è possibile. Il controagito adulto è mosso dall’angoscia del cambiamento del ragazzo: l’ANGOSCIA DI RUOLO.

In questo possiamo ritagliarci solo una funzione contenitiva, uno dei punti importanti è INTERESSARSI AL VIRTUALE. Basti pensare che i videogiochi sono esclusi dai DSM, (analisi sulle statistiche psicologiche?) mentre nel 2030 l’unico lavoro certo sarà produrre un videogioco. In USA l’industria dei games fattura più di quella del cinema e della musica messe insieme.

La scuola deve lavorare per modelli cooptativi, nuova alleanza scuola/famiglia.

Valorizzare i "Sì che aiutano a crescere”! 

Uscire dall’ossimoro punitivo da preside: "sospensione con obbligo di frequenza". Quelle che funzionano oggi sono le punizioni AGGIUNTIVE, creative. Stare più vicini, lavorare sulla vergogna.

I ragazzi non hanno paura delle reazioni degli adulti, hanno paura di deludere. Il controagito adulto deve essere creativo, profilato sul ragazzo. “Il tuo fallimento non è il mio, non lo vivo come tale”.

Porre attenzione al diffondersi dell’idea del “genere fluido”, che tende a sfumare le differenze tra i sessi. Come sta agendo nel profondo la possibilità di procreare senza compiere l’atto sessuale? Focalizzarsi sulla crisi del maschio, sulla sua fragilità, al netto della giusta drammatizzazione della cronaca sul tema femminicidio.

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