giovedì 4 dicembre 2014

Come riempirla?

 
Strano clima, lunedì sera. 

Il mare in burrasca sembrava essere uno degli invitati alla riunione al Castello Rosa di Nervi, indetta dal Municipio per illustrare il progetto sulla riqualificazione della piscina Massa, l'ormai rudere maleodorante che staziona placido alle propaggini del Porticciolo.

Sala gremita. 

Arrivo in ritardo, e vedo proiettato il lavoro di un architetto, a prima vista sembra faraonico. A onor del vero anche leggermente esagerato e impattante. Si tratta di una struttura in vetro speciale con piantane a volta, autopulente, rampe, rampette, un impianto ambizioso, molto "da architetto".

Mi chiedo se al Municipio sono impazziti, a presentare una cosa del genere in un posto come quello, in quel modo. Però mi ero perso l'inizio, e allora ricostruisco via via la strategia.

Vi anticipo che non è andata come riportano i mugugnoni

Per arrivare a un sopravvenuto finanziamento europeo, che scade tra pochissimo, il Municipio ha agito in fretta e furia; un architetto ha elaborato un progetto preliminare (donandolo, non su incarico) che serve solo come gancio per i fondi. Il resto, potrebbe diventare un’interessante esperienza di "architettura partecipata", se i residenti anziani non useranno gli incontri solo come sfogatoi di secoli di incrostazioni e borbottii.

Cammin facendo, ho capito. Secondo me hanno fatto bene a presentare la cosa in questo modo, così tutti si sono “montati" sul nulla, sull'impatto di quelle immagini, per poi smontarsi di fronte all'evidenza.

Altre location per costruire una piscina ex-novo in zona non esistono, sono stati elencati i perché e i per come. Per cui, o si resta trent’anni senza niente, con quel rudere al porticciolo, o si cerca di sfruttare una finestra che si è aperta grazie ai fondi FAS, per le aree sottoutilizzate.

Siccome era diventata tutta una questione di barche, circoli, dettagli tecnici, mi sembrava giusto portare anche una voce dalla "cittadinanza", deprivata da anni di un centro importantissimo per lo sport nel Levante.

Sono intervenuto, parlando a nome dell’utenza scolastica, dei bimbi, delle famiglie, rimarcando la necessità di un impianto funzionante, accennando allo spirito che un po' ci anima da queste parti: la cittadinanza attiva, la necessità di partecipazione e della soddisfazione per una riunione “modulare”, aperta agli sviluppi. Mi sono raccomandato che questi sviluppi venissero ben seguiti, però. 

Se si sbloccasse il finanziamento, potremmo tornare ad avere una piscina, ma dovrà tener conto del rispetto dell'ambiente, del territorio, del contesto. E dovremo pretenderla aperta anche al nuoto libero, ai bimbi, in sinergia con la scuola, non solo alle esigenze di chi la gestirà, come accaduto - ahimé - in passato. 

Alla fine, per come la vedo, l'incontro è andato bene. Una procedura insolita ma trasparente.

La raccomandazione che faccio a tutti noi è che se dovremo suggerire criteri gestionali e "architettura partecipata", bisognerà PARTECIPARE!

;-)

Buona scuola,
De Pres

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