lunedì 16 gennaio 2017

"Sono vasto, contengo moltitudini" (W. Whitman)




In questa riflessione di Galli Della Loggia sul Corsera (CLICCA), colgo due inadeguatezze. Quella della scuola italiana odierna, che sembra priva di una bussola pedagogica, al vento dei tempi, stritolata tra riforme incompiute, tensioni antisociali e una frammentazione identitaria. Ma poi anche l'inadeguatezza della critica di stampo gentiliano, crociano, il rimpianto della pianificazione centralizzata, politica, del ministero che detti la linea, del maestro che esegue, lanciando il quaderno dell'asino nella stufa. Tra didattica frontale e quella laterale, o sfuggente, ci può essere una via di mezzo. Arricchire i piani dell'offerta formativa, lavorando anche sulla qualità della domanda formativa. Mettere una lavagna elettronica per classe, per rendere lo spettro di quel che si impara più vasto, non più diluito. Digitalizzare la scuola, affrontando le insidie della digitalizzazione: creare il cittadino nuovo, che non può che essere multipolare, ma a partire da una sua identità strutturata. O si perde.
Come i discorsi sui bei tempi che (non) furono.

De Pres



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