lunedì 23 settembre 2013

RALPH SUPERMAXIEROE

C'era un tempo in cui le mie giornate erano molto più lunghe di adesso, al punto che ne sprecavo gran parte stravaccata sul divano. Allora trasmettevano in tv un telefilm che si chiamava Ralph SuperMaxiEroe.


La storia era quella di un giovane riccioluto, del tipo bravo ragazzo un po' imbranato ma con una fidanzata strepitosa, cui una banda di extraterrestri scriteriati consegnava un incredibile pacco.
La scena dell'incontro con l'astronave aliena era abbastanza spettacolare, con luci vorticanti, musica incalzante, sagome inquietanti a stento profilantisi durante la notte senza stelle.
Un po' kitsch, ma indispensabile ai fini della narrazione.

Fatto sta che nel pacco il giovane trovava un abitino aderente rosso fuoco, con mantello e stivaletti coordinati, grazie al quale trasformarsi, con un certo imbarazzo va detto, da impacciato professore (perché quello era il suo mestiere, prima della 1ª puntata) a impavido difensore della giustizia: la tutina magica gli consentiva infatti di volare, ascoltare e vedere cose lontanissime nello spazio, subire percosse micidiali senza farsi un graffio e via dicendo.
Il guaio, però, era che non gli veniva data nessuna istruzione sul modo in cui utilizzare questi poteri. Nessun manuale d'istruzioni. Nessun telecomando.  Neppure una caverna ghiacciata al polo dove qualcuno, possibilmente competente in materia, gli spiegasse tramite filmati olografici come muoversi sulla Terra... Niente di niente, insomma.
Un disastro, soprattutto i primi tempi, ma il povero insegnante non poteva mica tirarsi indietro, con quella responsabilità sul groppone e tutti quei terroristi folli e avidi che si aggiravano per l'America degli anni Ottanta! E così ogni volta, dopo aver cozzato contro palazzi o alberi, danneggiato cose, persone e l'autostima, si rialzava e ricominciava da capo la caccia ai cattivoni, riuscendo quasi sempre, magari con poca eleganza, a restaurare pace e giustizia.

Ecco, negli ultimi 10, quasi 11 anni, ho ripensato spesso a Ralph SuperMaxiEroe.
L'ho sentito molto vicino. Già mi era simpatico, ma il sentimento si è trasformato proprio in empatia quando anche a me, come a Ralph, una banda di ignoti scriteriati ha consegnato, 10, anzi quasi 11 anni fa, un incredibile pacchetto.

Anche lì l'ambientazione, la location per così dire, ha giocato una parte rilevantissima: direi quasi che ha contribuito fortemente a confondermi del tutto, al punto che solo dopo qualche mese ho finalmente compreso in che guaio mi ero cacciata.
Il mio pacchetto, devo essere onesta, strillava come un aquilotto e più che misterioso era tanto tenero, ma era altrettanto imbarazzante con le tutine di ciniglia o i berretti di lana fatti a mano.

In ogni caso, la cosa più sconvolgente è che non c'era il libretto d'uso.
Nè io nè mio marito abbiamo trovato nulla, eppure abbiamo chiesto e indagato a fondo, interrogando più volte pediatri e infermiere e ostetriche che non fosse andato perduto nella confusione di quella mattina. Niente. Nada. Rien de rien. Neppure uno di quei foglietti ripiegati in 8 con 4 righe di spiegazione scritte in rumeno, swaili e finlandese. Ci saremmo accontentati, ma nisba, a parte qualche sorrisetto derisorio o, al più, di compatimento.
Tutto questo potere e nessuna capacità di controllo...

Stessa storia, poi, 3 anni dopo: luci accecanti, suoni sconosciuti, tutta un'agitazione strana, freddo e caldo assieme e poi, bam!, un altro affarino incomprensibile di cui non si potrà più fare a meno.
In fondo, chi si ricorda com'era, prima che succedesse? Non c'è storia, no?, prima della 1ª puntata.
Ed è ancora così: sono mamma da 11 anni e ancora non so come si fa.

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